Viaggio tra storia e gusto delle pasticcerie napoletane più buone
Le strade di Napoli sono infatti un via vai continuo di sapori, cucine con padelle che sfrigolano e forni che custodiscono magie. La lista di piatti tipici è davvero infinita e potremmo parlare per ore della pasta e patate, della pasta al forno o della pizza. Ciò su cui ci vogliamo concentrare noi oggi, però, sono i dolci.
Questo tour gastronomico, quindi, si caratterizza per livelli di zuccheri impressionanti. Non preoccuparti, però: gli strappi alla regola sono spesso salutari ed è nell’abitudine (e non nell’eccezione) che si costruisce uno stile di vita sano e un piano alimentare equilibrato.
Per sopperire alla scorpacciata di dessert, inoltre, una volta di ritorno a casa potrai sempre ricorrere a cibi più leggeri che andranno a controbilanciare le tentazioni a cui avrai ceduto. Ciò, peraltro, non significa rinunciare a un buon primo: la Pasta Proteica foodspring, infatti, ti aiuta a non eccedere nei carboidrati!
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Dolci napoletane: sceglia di foodspring
L’Italia pullula di località bellissime e non esiste Regione – ma nemmeno Provincia – che non ospiti entro i suoi confini delle meraviglie tutte da scoprire. Una delle città più belle è indubbiamente Napoli che, con il suo golfo e i suoi palazzi, accoglie chi la visita con una cordialità che pochi altri luoghi riescono a offrire. Oltre alle bellezze naturalistiche e storiche, però, a impressionare maggiormente il turista è sempre la ricchezza della sua tradizione culinaria.
La città ha molto altro da offrire oltre alla pasta e patate alla napoletana. Se conosci e ami le paste napoletane, come la pasta al forno napoletana, dovresti iniziare a conoscere i dolci al più tardi adesso!
Che ne dici di un viaggio di sola andata per Napoli? Allaccia le cinture: partiamo!
1. Il babà napoletano
Impossibile, in una lista delle migliori paste napoletane, non partire da sua maestà il babà, forse il vero simbolo della pasticceria del capoluogo campano.
Per chi non avesse ancora avuto la fortuna di assaggiarlo, si tratta di un lievitato a base di farina, uova, zucchero e burro che, dopo la cottura, viene completamente inzuppato nel più buono dei rum. Il suo sapore è dunque zuccheroso, soffice, liquoroso e ricco di contrasti che si sciolgono sul palato, stuzzicando le papille gustative con emozioni davvero uniche.
In merito alla storia, però, pare che il dolce originario derivi dalla Francia e che sia arrivato sulle coste di Napoli solo nel corso dell’Ottocento. La sua nascita, poi, è indissolubilmente legata anche la Polonia, dato che fu proprio re Stanislao Leszczyńki a inventarlo durante l’esilio francese: a lui, infatti, si deve la trovata di aggiungere il distillato per rendere il dessert meno asciutto e l’intuizione di eseguire una tripla lievitazione per aumentarne la morbidezza.
A ogni modo, da Parigi il babà è poi approdato in Campania grazie a Maria Antonietta, sposa di Ferdinando IV di Borbone, al tempo re del capoluogo. Ciò che è successo dopo, infine, è una stupenda favola che continua ancora oggi.
2. La torta caprese
Un’altra pasta napoletana che merita una menzione speciale è la squisita torta caprese che, come il nome lascia intendere, proviene dalla vicina isola di Capri.
Nata ufficialmente nel 1920 da un laboratorio artigianale, a inventarla fu Carmine di Fiore grazie a un errore che poi si è rivelato molto fortunato. L’obiettivo del pasticcere, infatti, era quello di preparare un più semplice dolce a base di mandorle da servire a tre suoi clienti americani.
Armeggiando con gli utensili della cucina, però, si dimenticò di aggiungere la farina necessaria per portare a termine l’impasto. La torta, dunque, risultò molto più bassa del previsto e gli ingredienti liquidi contenuti al suo interno fecero sì che si rivelasse morbidissima al centro e croccante all’esterno.
Lo sbaglio avrebbe potuto costargli il posto di lavoro e la reputazione, ma la preparazione ottenuta si rivelò a tal punto squisita che non solo gli statunitensi ne furono entusiasti, ma gli chiesero anche la ricetta. In un attimo, il dessert entrò nel catalogo del laboratorio registrando ordini e vendite da record, tanto da diventare uno dei dolci tipici di tutta la zona.
Il consiglio, allora, è di recarsi in una pasticceria specializzata in prodotti locali e assaggiarne una fetta appena possibile: l’abbinamento di cioccolato e mandorle ti ammalierà!
3. La pastiera
Altrettanto interessanti sono sia la storia, sia la ricetta della pastiera: ennesima torta che rientra a pieno titolo nella lista delle migliori paste napoletane di sempre. Solitamente preparato per celebrare la Pasqua in compagnia dell’uovo e della colomba, questo dolce ha origini così antiche da confondersi con il mito.
Si dice che la sirena Partenope avesse scelto come casa proprio il golfo su cui, secoli dopo, sarebbe nata la città di Napoli. Nella zona si radicò dunque un culto legato a questa entità, alla quale il popolo porgeva sempre sette doni: la farina, la ricotta, le uova, il grano cotto, i fiori d’arancio, delle spezie e lo zucchero con i quali la divinità realizzava un dolce unico. Non a caso, questi elementi sono proprio ciò che ancora oggi si utilizza per dar vita a una pastiera con i fiocchi!
Esistono anche tante altre versioni del racconto, alcune legate alle sacerdotesse di Cerere, altre risalenti agli anni dell’imperatore Costantino. Ciò che sappiamo con certezza, tuttavia, è che nel XVI secolo furono le suore del convento di San Gregorio Armeno a inventare definitivamente il dessert, attingendo ai prodotti che loro stesse si occupavano di coltivare.
La pastiera, peraltro, fu particolarmente apprezzata anche dalla regina Maria Teresa d’Austria che, dopo averla assaggiata, concesse uno dei pochi sorrisi di tutta la sua vita.
4. La delizia al limone
Decisamente più recente, invece, è la delizia al limone: un dolce tipico della zona di Sorrento che, negli anni, è diventato uno dei simboli dell’intera Regione. Questa preparazione, infatti, nasce solo negli anni Ottanta del secolo scorso grazie al pasticcere Carmine Marzuillo.
Il punto di partenza, come il nome lascia ben intendere, sono i limoni tipici della zona che, a quel tempo, non erano visti come una materia prima prelibata e deliziosa. Marzuillo, tuttavia, decise di impiegarne il succo per sostituire lo Strega: un liquore con cui era solito bagnare le sue ricette. Nacque così un dolce al cucchiaio a base di pan di Spagna, farcito con una crema, ricoperto da una glassa e dall’inconfondibile sapore agrumato.
Come ogni invenzione sensazionale che si rispetti, la ricetta originale è ancora oggi segreta: la si può incontrare solo a Napoli e, in particolar modo, in quel tratto di Costiera Amalfitana che congiunge Amalfi e Sorrento. Impossibile, allora, non darle una chance quando ci si trova da quelle parti!
5. Le zeppole di San Giuseppe
Tornando adesso a una preparazione che affonda le sue origini nel mito, un’altra delle paste napoletane più buone di sempre sono le zeppole di San Giuseppe: dei piccoli bignè fritti farciti con crema pasticcera e guarniti con un’amarena o una ciliegina sotto spirito a seconda delle tradizioni.
Solitamente vengono preparati per la Festa del Papà e in onore del santo che si celebra il 19 marzo. A inventarle, tuttavia, sembra che siano stati addirittura gli antichi romani per festeggiare le Liberalia: le giornate dedicate a Bacco e Sileno. Con il divieto imposto da Teodosio II contro tutto ciò che aveva a che fare con il mondo pagano, però, questi dolci passarono a essere la preparazione in onore del compagno della Vergine.
Ovviamente, in quegli anni si trattava di zeppole molto diverse da quelle che è possibile assaggiare ai giorni nostri. A conferire loro una forma pressoché definitiva, infatti, ci pensarono le monache dei conventi della zona durante il Settecento. La prima ricetta ufficiale (e scritta) risale invece al 1837.
6. La sfogliatella riccia
Croccante all’esterno e con un cuore di morbidissimo ripieno, la sfogliatella riccia è una vera e propria istituzione che ogni bar e pasticceria napoletana espone in vetrina. È sufficiente anche solo un assaggio, infatti, per innamorarsi perdutamente del suo gusto squisito.
Anche in questo caso, la storia della nascita del dolce campano è incredibilmente interessante. Nello specifico, la sfogliatella riccia nasce a Conca dei Marini in provincia di Salerno durante il XVIII secolo. A inventarla furono i cuochi del conservatorio di Santa Rosa da Lima con la volontà di riutilizzare – senza sprechi – gli avanzi di altre preparazioni.
In cucina era infatti avanzata della pasta di semola che, abbinata alla frutta secca, allo zucchero e a un goccio di limoncello, diede vita a un ripieno capace di stupire chiunque. Si decise allora di inserirlo all’interno di uno strato di pasta sfoglia lavorato a mo’ di cappuccio, e di passare il tutto in forno per qualche minuto.
Gli abitanti della zona si innamorarono della ricetta e decisero di ribattezzarla con il nome di Santarosa. Pochi anni più tardi, però, il pasticcere Pasquale Pintauro riuscì a impossessarsi delle istruzioni originarie e, ritornato a Napoli, aggiunse qualche modifica creando così la sfogliatella riccia per come ancora oggi la conosciamo: era il 1818.
7. La sfogliatella frolla
Come spesso accade, da un’intuizione geniale derivano diverse varianti. Poche, tuttavia, riescono a ottenere lo stesso successo della ricetta originaria. Questo è proprio il caso della sfogliatella frolla: una pasta napoletana ricavata dalla preparazione di cui abbiamo appena raccontato la storia e che inserisce lo stesso ripieno all’interno di un involucro di pasta frolla.
Il risultato è dunque un dessert più morbido e friabile, in cui le consistenze di guscio e farcitura si confondono sul palato senza che ciò corrisponda a una perdita di gusto. La sfogliatella, quindi, è adatta praticamente a chiunque: a chi apprezza il contrasto tra croccantezza e sofficità e a chi, invece, preferisce mettere sotto i denti un dolce più omogeneo, ma comunque da brividi.
8. Lo spumone napoletano
Ci stiamo avvicinando alla fine, ma la lista delle paste napoletane migliori ha in serbo per te altre due chicche a cui non dovresti rinunciare. Una di queste è lo spumone: un dolce il cui cuore è composto da pan di Spagna affogato in un liquore e avvolto da più strati di gelato. La caratteristica forma a cupola, poi, lo rende inconfondibile e deriva dalle ciotole in cui il dessert passa alcune ore per potersi solidificare a dovere.
Ancora una volta, la sua storia è delle più affascinanti. Il punto di partenza, infatti, dovrebbe essere il Sherbet di derivazione araba: un mix di ghiaccio e frutta che potremmo considerare, grossomodo, l’antenato del gelato. Quest’ultimo, invece, è nato ufficialmente solo alla fine del Seicento in Sicilia e, incontrandosi con i monzù (ovvero, il termine del dialetto napoletano utilizzato per indicare i cuochi professionisti) avrebbe dato vita allo spumone.
A dire il vero, questa preparazione è per molti anni scomparsa dalla pasticceria campana, diffondendosi maggiormente in Regioni come la Puglia e la stessa Sicilia. Il dessert è infatti tornato di moda solo nell’ultimo periodo e Napoli ne ha immediatamente rivendicato la paternità. Al netto di ciò, lo spumone non ha perso un briciolo del suo gusto unico: ricordati dunque di dargli una chance non appena ti recherai in città!
9. Il fiocco di neve
Chiudiamo questa rassegna dall’alto tasso di dolcezza con una delle paste napoletane inventate più di recente: il fiocco di neve. Questo dessert, infatti, è nato dal genio creativo di Ciro Poppella Scognamillo che, ancora oggi, continua a custodirne gelosamente la ricetta.
È tuttavia sufficiente fare un giro nel quartiere Sanità di Napoli, entro i cui confini sorge la sua pasticceria, per rendersi conto di un fenomeno ormai inarrestabile. Il locale è costantemente preso d’assalto dai clienti che giungono qui per dare un morso al fiocco di neve e postare una foto sui social network.
Le ragioni di questo successo stanno tutte nella semplicità: si tratta infatti di pan brioche che funge da scrigno e protegge un morbido ripieno di panna e ricotta. Nato solo all’inizio del decennio scorso, il fiocco di neve ha dovuto aspettare circa cinque anni prima che il suo nome potesse diffondersi ben oltre i confini nazionali.
Oggi è considerato una delle tappe culinarie imperdibili di Napoli, al pari di mostri sacri come il babà, la pastiera e la sfogliatella che abbiamo visto nelle righe precedenti: non perdere altro tempo e corri ad assaggiarlo!
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